Panel 03

Dentro e fuori le imprese. Le relazioni sociali nell’antropologia del lavoro come oggetto di studio e come strumento di metodo

Panel 03 / Quarto Convegno Nazionale SIAC “Il ritorno del sociale”, Sapienza Università di Roma, 21-22-23 settembre 2023

Proponenti: Fulvia D’Aloisio (Università della Campania – Luigi Vanvitelli), Simone Ghezzi (Università di Milano – Bicocca)

Abstract

Partendo dalla categoria di impresa come sistema aperto e permeabile, in base alla prospettiva francese (Selim, Althabe, ecc.), il panel intende riflettere, attraverso studi etnografici, su come le relazioni sociali, interne ed esterne ai luoghi di produzione, siano in grado di permeare e strutturare modelli organizzativi di impresa, processi del lavoro, forme sincretiche di innovazione, ma anche forme vecchie e nuove di sfruttamento, entro le articolate geografie globali di distribuzione della produzione di beni e servizi e del lavoro. Mentre una tradizione economica ha messo in luce il fondamentale contributo dei legami famigliari e del capitale sociale territoriale, le ricerche antropologiche hanno concorso a rilevarne aspetti sia di forza sia di debolezza, nelle più recenti fasi di crisi internazionale. Parallelamente, il panel si propone di riflettere sulle relazioni sociali come strumento di metodo, focalizzandosi su come, nell’ etnografia delle imprese, i network di ricerca siano spesso complicati da atteggiamenti di diffidenza o di chiusura verso sguardi estranei e indipendenti. In altri casi, resta aperta invece la possibilità per la prospettiva antropologica di porsi in modo dialogico e collaborativo, anche entro committenze di impresa. Con riguardo alla metodologia e ai processi organizzativi e del lavoro, le relazioni sociali contribuiscono dunque a illuminare connessioni, articolazioni sincretiche, attriti e/o conflitti dentro e fuori delle imprese.

Keywords: imprese, relazioni sociali, processi lavorativi, network di ricerca

Lingue accettate: Italiano

 

Sessione I

Giovedì 21/9/23, ore 14.30-16.15, aula Morghen, Terzo piano

Michele Fontefrancesco (m.fontefrancesco@unisg.it) (Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo), Economie Affettive: Etnografia dell’imprenditoria di una filiera alimentare

Il concetto di economia affettiva (affective economy), introdotto da Ahmed (2004), impone uno sguardo al processo imprenditoriale volto ad abbracciare oltre la razionalità decisionale, il cosmo di ordinari affetti (Stewart, 2007), di relazioni sociali e valorialità culturale, che muovono e disegnano l’agire economico (D’Aloisio & Ghezzi, 2020). Il paper, parte da questo quadro teorico di critica e revisione del modello euristico dell’homo economicus (Cohen, 2014), esplorando la realtà imprenditoriale di piccola scala legata al comparto alimentare. Ciò facendo, il paper mette in evidenza come la profittabilità dell’azione imprenditoriale e del lavoro sia solo uno delle dimensioni attraverso cui è vissuta tale esperienza dove prevalgono elementi legati alla relazionalità intergenerazionale, alla corrispondenza ecologica (Perullo, 2022), ovvero all’incorporazione e alla significazione di saperi professionali (Fontefrancesco, 2021). Il paper sviluppa la riflessione sulla base dei dati di campo raccolti attraverso il progetto di ricerca NODES (https://www.unisg.it/ricerca/nodes-nord-ovest-digitale-e-sostenibile/)

Elisabetta Perrazzelli (elisabettaperrazzelli3@hotmail.com) (Université Lumière Lyon 2), Lavoro nelle piccole imprese alberghiere a Venezia. Oltre il contratto collettivo: contratto individuale diretto di lavoro e forme di dipendenza personale.

È una etnografia d’impresa (2000-2021) sui rapporti di lavoro irregolari e le dinamiche di dipendenza personale tra lavoratori e datori di lavoro nella piccola industria alberghiera di Venezia (locande, affittacamere, bed and breakfast). Attraverso osservazione partecipante interna ai luoghi di lavoro e conversazioni con gli attori sociali (lavoratori, datori di lavoro, sindacati, polizia locale, ispettorato del lavoro, consulenti del lavoro/commercialisti), istituti del diritto del lavoro e prisma dell’antropologia giuridica ed economica, si analizza la struttura sempre più informale della relazione di lavoro: forme di dipendenza extracontrattuale che sostituiscono forme contrattuali tradizionali e riaffermano un rapporto individuale e diretto di lavoro. Dalla crisi, imposta dalle trasformazioni neoliberiste globali, del paradigma del lavoro tutelato del Novecento (dall’alto: progressiva istituzionalizzazione della precarietà nel diritto del lavoro; dal basso: contrazione delle tutele nella pratica lavorativa quotidiana), emerge una configurazione del lavoro che sta oltre il CCNL, è sganciata dal rapporto retributivo e, attraverso la valorizzazione di soggettività e tempo di non lavoro, coinvolge il lavoratore nei meccanismi di sfruttamento. Tale diritto del lavoro latente o muto, espressione di una cultura giuridica sommersa o adattiva, incide (pur tra segni di resistenza e di riscatto), normalizzandosi, in senso involutivo, sul diritto del lavoro esplicito e formalizzato.

Adrey Felipe Sgorla (afsgorla@gmail.com) (Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo), Percorsi professionali fermentati nella pratica: Le esperienze per diventare mastro birraio in Portogallo e in Italia

Lo studio affronta la costruzione di nuove forme di lavoro a partire dalle esperienze dei birrai artigianali, comprendendo il rapporto tra passione, apprendimento e traiettorie professionali nel contesto dell’economia artigianale. Lo studio articola domande per capire come uomini e donne diventano birrai artigianali, percorsi individuali che si inseriscono in un fenomeno globale di individui che decidono di investire in nuove professioni artigianali e dare nuove direzioni alla propria vita, una scelta guidata da autonomia, flessibilità, passione e gusto per il lavoro. Le nuove professioni artigianali articolano le pratiche del fare come uno stile di vita incorporato in una forma di lavoro indipendente e cosmopolita che esprime la loro identità personale e sociale. La costruzione di questa vocazione si basa su dimensioni tangibili, affettive e incorporate del lavoro che lo rendono significativo. Sulla base di una ricerca etnografica nei microbirrifici, insieme a interviste biografiche e in profondità a birrai artigianali in Portogallo e in Italia, esploriamo la rivalutazione e il riconoscimento del lavoro manuale, l’autenticità, la creatività, l’innovazione e la qualità della produzione artigianale, come elementi chiave per riflettere sui cambiamenti in atto nell’economia artigianale, la creazione di nuove professioni, il futuro del lavoro e l’espansione di nuovi artigianati.

Elena Siscarenco (elena.sischarenco@gmail.com) (Università di Friburgo, Svizzera), Costruire il lavoro di campo dentro e con l’impresa: accesso, negoziazioni, opportunità

Questo articolo analizza la mia ricerca sul campo in diversi periodi temporali dal 2013 al 2023 in modo comparativo, mettendo a confronto vari contesti aziendali nel Nord Italia. Discuto i diversi metodi formali e informali sviluppati per accedere al campo, i miei diversi posizionamenti, i miei spostamenti negli spazi di lavoro, il mio coinvolgimento nella vita quotidiana delle aziende, e discuto come lo scambio di conoscenze con imprenditori e dipendenti sia ogni volta influenzato da queste diverse posizioni. A partire da relazioni pregresse che mi legano all’impresa, interne ed esterne ad essa che influenzano in modo specifico il mio accesso ai dati e il mio modo di rapportarmi con le persone all’interno delle aziende, discuto come ho potuto accedere alla dimensione materiale del campo. Discuto la differenza tra l’accesso mediato dall’imprenditore stesso, da un ente privato e da un soggetto accademico. Ognuno di questi accessi porta con sé difficili relazioni da gestire, con i loro vantaggi e svantaggi. Il mio ruolo e la raccolta dei dati dipendono spesso dalle aspettative ma anche dalla capacità di convogliare la mia visione della ricerca, posizionandomi all’interno dell’azienda, negoziando il mio spazio e costruendo lentamente le relazioni. In questo articolo, rifletto sulle questioni metodologiche che è necessario prendere in considerazione quando si ricerca la vita aziendale.

 

Sessione II

Giovedì 21/9/23, ore 16.45-18.30, aula Morghen, Terzo piano

Costanza Franceschini (c.franceschini4@campus.unimib.it) (Università di Milano Bicocca), Luoghi e dinamiche di lavoro dentro e fuori le imprese di costruzione cinesi in Africa

A partire da una ricerca condotta tra ottobre 2021 e dicembre 2022 sui progetti di costruzione cinesi in Ghana, il presente contributo esplora il tema dei luoghi di lavoro e delle dinamiche lavorative presso le imprese statali cinesi in Africa. Attraverso il racconto etnografico della vita quotidiana nei cantieri di costruzione cinesi, il paper analizza le relazioni di potere, i conflitti, gli spazi di complicità e le strategie di resistenza che caratterizzano questi particolari contesti di vita e di lavoro. Nell’indagare i sistemi di sfruttamento, diseguaglianza, ed esclusione, a livello locale e globale, che plasmano le traiettorie di vita e di lavoro degli impiegati cinesi e ghanesi, il paper mette in luce le relazioni sociali dentro e fuori le imprese cinesi. In particolare, il contributo illustra le relazioni lavorative dentro le compagnie cinesi e le percezioni e gli effetti prodotti al di fuori di esse; le precarie condizione di vita e di lavoro degli impiegati locali dentro e fuori i cantieri di costruzione; le dinamiche di inclusione ed esclusione che creano gerarchie e disparità tra lavoratori cinesi e ghanesi; le strategie e tattiche messe in atto dentro e fuori le imprese cinesi per plasmare o sovvertire le dinamiche esistenti. Andando oltre facili stereotipi, il contributo intende infine restituire un’immagine complessa e stratificata delle compagnie di costruzione cinesi in Africa e del loro impatto sui processi lavorativi a livello locale e globale.

Matteo Saltalippi (mttslt@gmail.com) (Ricercatore indipendente), Divisione del lavoro, divisione nello sciopero

L’evoluzione del regime di lavoro industriale è prima di tutto un’evoluzione di un sistema di controllo sempre più rigido messo in atto attraverso una divisione del lavoro sviluppata opportunisticamente per produrre categorie di lavoratori e regimi di valore differenziati che oggi più che mai si intersecano con la frammentazione generata da pratiche di outsourcing e precarizzazione della forza lavoro. Alla luce di ciò, l’intervento delineerà come la divisione del lavoro nell’ambito produttivo sia ricreata durante lo sciopero tra i lavoratori delle acciaierie AST di Terni, durante la vertenza del 2014. Qui le differenze tra gli operai assunti direttamente, gli operai delle ditte esterne con ruoli meno qualificati e gli impiegati che coprono mansioni amministrative si fanno tangibili come nel processo di produzione. L’azione collettiva dei lavoratori caratterizza da una frammentazione interna che deriva dalla mansione si basa anche sull’agency dei lavoratori, sulla propria soggettività, storia personali, anzianità, esperienza e sull’interpretazione della vertenza sindacale. L’intervento cercherà di dimostrare come la divisione nella sfera produttiva genera durante la lotta dinamiche contradditorie: da un lato un rinnovato senso di appartenenza di classe, dall’altro l’idea che la classe operaia appartenga a passato non ben definito in cui i lavoratori si potevano identificare dando vita a gruppi più compatti, omogenei e con più possibilità di vincere le lotte sindacali.

Simone Ghezzi (simone.ghezzi@unimib.it) (Università di Milano Bicocca), Quali reti di solidarietà a sostegno di imprenditori in difficoltà

La capacità di “fare rete” fra imprese e istituzioni locali è stata oggetto di numerosi studi ed ha alimentato un filone di ricerca multidisciplinare che ha messo in luce la complessità dei sistemi locali e l’interconnesione fra cultura, economia e società. Sul versante politico-istituzionale si è costruita l’immagine di un territorio “virtuoso” che, attraverso tali legami, rafforza la propria capacità di creare “valore”. Tuttavia, queste stesse reti si rivelano inadeguate a contrastare efficacemente l’aumento di piccoli imprenditori in difficoltà economica, i quali, colpiti dalla crisi, finiscono poi per rivolgersi ai servizi sociali quando la situazione economica famigliare è compromessa. Partendo dalla mia recente esperienza di campo in Brianza, il paper si propone di illustrare la difficoltà dei servizi sociali ad elaborare progetti di intervento su persone/famiglie atipiche rispetto ai gruppi sociali normalmente destinatari di aiuti. La loro atipicità risiede nel fatto che nei loro confronti non si possono riprodurre acriticamente categorie normative quali “disoccupato”, “povero”, “emarginato”, attraverso le quali normalmente i servizi elaborano le pratiche di intervento e i modi di definire i problemi, prima dell’individuazione/attivazione di reti sociali specifiche sul territorio. Infine, il paper si conclude con una riflessione critica sulla costruzione neoliberista dell’imprenditore, figura centrale del progetto della società neoliberista.

Fulvia D’Aloisio (fulvia.daloisio@unicampania.it) (Università della Campania Luigi Vanvitelli), Dentro l’impresa. Riflessioni metodologiche a partire dal caso-studio di Automobili Lamborghini

A partire dal dibattito definito post-modernista, la questione della scrittura etnografica e della ricerca sul campo ha progressivamente portato alla considerazione che il fieldwork, parafrasando Faubion e Marcus (2009) “non fosse più ciò che solitamente era”. La ricerca sui processi dell’impresa pone particolari difficoltà alla costruzione del campo, a partire dalla necessità di varcare, ove possibile, i confini delle aziende ed osservare le dinamiche sociali al loro interno. Partendo da una ricerca triennale fondata su una convenzione con Automobili Lamborghini, il paper intende riflettere sulla costruzione delle reti di rapporti di ricerca intra-aziendali, sulla possibilità effettiva di poterle percorrere per osservare, sul conseguente posizionamento dell’antropologo/a, sugli esiti di tale posizionamento circa i risultati di ricerca. Infine, resta aperta la questione di come, anche all’interno e attraverso tali reti, si possa configurare la disseminazione dei risultati e l’impegno cosiddetto di “terza missione”, sempre più al centro dell’organizzazione dell’attività di ricerca nell’università italiana.

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