P29: Quale futuro per la comunicazione dell’antropologia?

What future for the communication of anthropology?

Dario Basile (Università di Torino), Gaetano Mangiameli (Università di Milano)

Lingue: Italiano e inglese

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Italiano

Il panel intende esplorare il tema della comunicazione dell’antropologia fuori dall’ambito accademico, un aspetto non trascurabile per il futuro della disciplina, intrecciando due questioni interrelate: 1) Quale comunicazione? 2) Quale antropologia?
Se è vero che negli ultimi decenni si sono moltiplicate le pubblicazioni nel campo di studi definito «antropologia dei media» (Pertierra 2018), molto più rare sono invece le riflessioni sull’«antropologia nei media» e, più in generale, sulla popolarizzazione della disciplina. Un uso pubblico dell’antropologia prevede la capacità di partecipare attivamente ai dibattiti che si svolgono all’interno della società, come da tempo sostiene con forza Robert Borofsky (Borofsky 2019). Ma riuscire a comunicare l’antropologia all’esterno dell’accademia non è certamente un’impresa semplice, perché da un lato si rischia di presentare discorsi poco comprensibili al grande pubblico e dall’altro di banalizzare il sapere.
Il passaggio dal cartaceo al digitale nel mondo della comunicazione ha generato un sovraccarico di informazioni reperibili in rete e non è sempre facile orientarsi. In questo ingorgo comunicativo si possono osservare due tendenze: un declino dell’approfondimento in favore della quantità e il primato della frammentazione a scapito della coerenza (Eriksen 2017: 162). Allo stesso tempo la rete e i nuovi media possono divenire importanti risorse per coloro che desiderano comunicare la disciplina. Tenendo presente che chi cerca informazioni in rete lo fa in modo diverso dal lettore “classico”, perché compie molte operazioni simultanee mentre legge, quali contenuti l’etnografo può proporre sul web? Pensando, invece, ai vecchi media, come la radio o la tv, quali opportunità possono ancora offrire agli antropologi e quali rischi nascondono? Infine, con l’auspicata conclusione dell’emergenza pandemica, potranno tornare anche gli eventi dal vivo come i festival e gli incontri. Perché è importante lavorare anche su questo fronte?
Oltre al come comunicare, non bisogna perdere di vista il cosa. Tornando sulla questione posta da Hannerz (2010), quale immagine della disciplina possiamo offrire? Su quali temi il contributo dell’antropologia può davvero alimentare il dibattito pubblico e/o fornire interpretazioni autorevoli? In che modo il contributo dell’antropologia culturale può essere considerato distintivo rispetto ad altre discipline? Bisogna inoltre tenere in considerazione che l’antropologia culturale presenta sia sul piano sincronico sia sul piano diacronico una pluralità non solo di temi di ricerca ma anche, e soprattutto, di approcci e di quadri teorici. Al fine di avere una comunicazione significativa e un ruolo nel dibattito pubblico è fondamentale anche orientarsi in questo panorama estremamente variegato. Quale idea di antropologia, quale definizione, quale quadro teorico può essere utile? O meglio, quali differenti idee di antropologia e quali prospettive teoriche possono essere utili e pertinenti in differenti arene? Quali autori del presente e del passato possono essere di aiuto in relazione a specifici temi? Fino a che punto l’offerta didattica dei corsi di laurea prepara i giovani antropologi in tal senso? Quali proposte si possono avanzare?
Il panel vuole raccogliere riflessioni, studi e contributi sulla comunicazione dell’antropologia fuori dall’ambito accademico. L’auspicio è di stimolare un dibattito che permetta di evidenziare le problematicità e indicare le strade più promettenti per il futuro della comunicazione dell’antropologia.

Keyword: Comunicazione, media, disseminazione, teorie antropologiche, temi antropologici

Riferimenti bibliografici

  • Borofsky R. 2019. An Anthropology of Anthropology: Is It Time to Shift Paradigms. Kailua: Center for a Public Anthropology.
  • Eriksen T. H. 2017 (2016). Fuori controllo. Un’antropologia del cambiamento accelerato. Torino: Einaudi.
  • Hannerz U. 2010. Diversity is Our Business. American Anthropologist, 112, 4: 539-551.
  • Pertierra A. C. 2018. Media Anthropology for the Digital Age. Cambridge: Polity Press.

English

This proposed panel aims at exploring the theme of anthropology communication outside academia, which is not a secondary issue for the discipline in the future, combining two related questions: 1) What type of communication? 2) What type of anthropology?
While in the last decades the publications in the field of so-called “media anthropology” have been numerous (Pertierra 2018), we cannot say the same thing about the studies carried out on what we might name “anthropology in the media” and, more generally, on popularizing anthropology. A public use of anthropology also needs this discipline to participate actively in public debates (Borofsky 2019). However, communicating anthropology outside academia is not an easy challenge. The “paper to digital transformation” in the world of communication has generated an information overload and we can see two trends: more information but less in-depth analysis, as well as more fragmentation and less consistent reasoning (Eriksen 2017: 162). At the same time, the web and new media could be key resources to communicate the discipline. Therefore, what kind of content could an ethnographer propose on the web? If we consider the old media instead, such as the radio and tv, what kind of opportunities can they still offer to the anthropologists? What hidden risks can they conceal? Hopefully, when the pandemic emergency is over, live events such as festivals or meetings will be back. Why is it also important to take into consideration this form of communication?
In addition to how to communicate, we also aim to focus on what. Returning to the question raised by Hannerz (2010), what image of social and cultural anthropology can we provide? On what issues can anthropology contribute to public debates and/or provide authoritative interpretations? How can anthropology’s contribution be considered distinctive in relation to other disciplines? Furthermore, the synchronic and diachronic vast plurality characterizing anthropology not only in terms of research subjects but also and above all in terms of approaches and theoretical frameworks needs to be taken into account. Then, in order to communicate effectively, it is necessary to consider this multifaceted landscape. What idea of anthropology, what definition, what theoretical framework can be useful? Or better, among the different ideas, theoretical perspectives and/or authors of the present and the past of anthropology, which can be relevant, and in which arenas? What competences do universities provide to anthropology students? What proposals can be put forward?
This panel aims at collecting studies and contributions of anthropology communication outside academia. Its goal is to stimulate a debate on the problems as well as on the opportunities and to identify promising pathways for the future of anthropology communication.

Keywords: Communication, media, popularization, anthropological theories, anthropological subjects

References

  • Borofsky R. 2019. An Anthropology of Anthropology: Is It Time to Shift Paradigms. Kailua: Center for a Public Anthropology.
  • Eriksen T. H. 2017 (2016). Fuori controllo. Un’antropologia del cambiamento accelerato. Torino: Einaudi.
  • Hannerz U. 2010. Diversity is Our Business. American Anthropologist, 112, 4: 539-551.
  • Pertierra A. C. 2018. Media Anthropology for the Digital Age. Cambridge: Polity Press.
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