P19: Patchwork Ethnography: metodologie del futuro in antropologia

La Patchwork Ethnography intende portare alla luce le pratiche etnografiche più delegittimate e oscurate. Contro gli assunti maschilisti e abilisti che sono alla base della ricerca sul campo, la Patchwork Ethnography riconosce che i ricercatori – in particolare donne, BIPOC, queer, trans e disabili – hanno sempre costruito il loro lavoro etnografico attraverso una modalità che possiamo definire “patchwork” – cioè frammentata e frammentaria, discontinua e asistematica – a causa di incombenze personali o problemi di accessibilità, oppure per via di un mercato del lavoro accademico neoliberista e precario. Una condizione di difficoltà/impossibilità a praticare il classico fieldwork di lunga durata che la pandemia Covid-19 ha reso ancora più generalizzata.
Con questo panel, vogliamo discutere la Patchwork Ethnography come il prodotto di ciò che le antropologhe femministe hanno definito “responsabilità intersecanti” in relazione ai vincoli strutturali razzisti, sessisti e classisti in cui noi ricercatori siamo impigliati e che modellano le nostre scelte.
La Patchwork Ethnography fa emergere le molteplici posizioni e posizionalità dei soggetti, nonché la complessità delle esperienze dei ricercatori. Piuttosto che immaginare l’etnografo come un soggetto autonomo, la Patchwork Ethnography ci permette di considerare senza infingimenti le vulnerabilità dei ricercatori e di riflettere su come possiamo produrre una conoscenza antropologica che contrasti le pretese di continui padronanza e autocontrollo.
Invitiamo a presentare papers che contribuiscano a definire l’etnografia come patchwork a partire dalle esperienze etnografiche/di lavoro/di carriera degli etnografi stessi e/o attraverso la documentazione antropologica e altri repertori disciplinari.

Keyword: etnografia, metodi della ricerca, posizionalità, patchwork, futuro dell’antropologia

Riferimenti bibliografici

• Günel G., Varma S., and Watanabe C. 2020. ‘A Manifesto for Patchwork Ethnography’. Cultural Anthropology online, June 9, 2020. (https://culanth.org/fieldsights/a-manifesto-for-patchwork-ethnography)

Patchwork ethnography seeks to bring blackboxed and delegitimized ethnographic practices out of the closet. Working against the masculinist and ableist assumptions that undergird fieldwork, patchwork ethnography recognizes that researchers – particularly women, BIPOC, queer, trans, and disabled people – have always constructed their ethnographic work through patchwork, whether due to personal obligations, issues of accessibility, or the neoliberal, precarious academic labor market. A difficulty/impossibility of practicing classical long-term, in-person fieldwork that today Covid-19 pandemic has made a generalized condition.
In this panel, we seek to understand patchwork ethnography as the product of what feminist anthropologists have described as “intersecting responsibilities” in relation to the structural constraints of racism, sexism, and classism that researchers are entangled in and which shape our choices.
Patchwork ethnography acknowledges the multiple subject positions, positionalities, and complexities of researchers. Rather than imagining the researcher as a sovereign subject, patchwork ethnography allows us to think honestly about the vulnerabilities of researchers, and how we may produce anthropological knowledge that pushes against demands of mastery and control.
We invite papers that consider patchwork ethnography from ethnographers’ own ethnographic/fieldwork/career experiences and/or through anthropological and other disciplinary archives.

Keywords: ethnography, research methods, positionality, patchwork, future of anthropology

References

• Günel G., Varma S., and Watanabe C. 2020. ‘A Manifesto for Patchwork Ethnography’. Cultural Anthropology online, June 9, 2020. (https://culanth.org/fieldsights/a-manifesto-for-patchwork-ethnography)