8 Maggio 2024

In ricordo di

Paola Falteri (1946-2024)

Dopo un lungo periodo di malattia, sabato 4 maggio ci ha lasciati Paola Falteri, antropologa, collega, amica.

Appartenente a una famiglia di appassionati d’arte, Paola era nata a Firenze nel 1946. Proprio all’Università degli Studi di Firenze aveva incontrato il maestro Tullio Seppilli nel 1966, avvicinandosi all’antropologia culturale e per questo, poi, scegliendo l’Umbria quale luogo di lavoro e di vita.

Professoressa associata all’Università degli Studi di Perugia fino al 2014, anno del suo collocamento a riposo, ha insegnato prima Antropologia culturale nella Facoltà di lettere e filosofia, poi Antropologia culturale e dell’educazione in vari corsi di laurea della Facoltà di scienze della formazione (oggi Dipartimento di Filosofia, Scienze sociali, umane e della formazione), oltre che in quello di Ostetricia della Facoltà di medicina e chirurgia.

Applicando una “metodologia” capace di accogliere approcci, sguardi e punti di vista differenti, di costruire contesti di orizzontalità, spazi laboratoriali di ascolto e confronto, si è occupata a lungo di demoiatria, nella prospettiva di rilevare – attraverso l’analisi della letteratura folclorica da un lato e l’indagine etnografica dall’altro – i processi di medicalizzazione e le forme dell’incontro/scontro tra organizzazione sanitaria e culture subalterne che li hanno storicamente accompagnati. In questo quadro, ha privilegiato la ricerca sulle prime fasi del ciclo di vita, dove l’antropologia medica si intreccia con quella dell’educazione, ulteriore disciplina settoriale a cui ha rivolto il suo interesse. Successivamente ha applicato un approccio simile alle storie di maternità delle donne migranti e coordinato ricerche sul tema della gravidanza e delle cure allevanti. Di grande interesse sono le sue ricerche sul tema della migrazione in Italia, con particolare riferimento ai problemi e alle dinamiche socio-culturali relative alle seconde generazioni.

Insieme ad altr* collegh* ha operato scientificamente producendo saggi sulle origini della “medicina popolare” e sul ruolo dello Stato nazionale italiano nel costruirla, svolgendo un compito centrale nella definizione disciplinare dell’Antropologia medica in Italia. In particolare Paola è stata tra i fondatori e le fondatrici della SIAM nel 1988 e ha preso parte alla costituzione nel 1996 di “AM. Rivista della Società Italiana di Antropologia Medica”, contribuendo ad arricchirne i contenuti e ad alimentare momenti di confronto, grazie alla sua competente attività scientifica e redazionale.

Negli anni Settanta ha iniziato a collaborare con il Movimento di Cooperazione Educativa contribuendo in modo determinante alla nascita del Gruppo nazionale di Antropologia. Proprio in questo ambito Paola ha saputo declinare il sapere antropologico al dialogo innovativo con i mondi della scuola, rileggendo concetti complessi come quelli di formazione, educazione, inculturazione, multicultura, intercultura. È stata tra i primi antropologi a sostenere l’utilità di lavorare per una presenza strutturata dell’antropologia nelle scuole, fin dalle fasi iniziali della formazione dei ragazzi e delle ragazze, impegnandosi contemporaneamente, per oltre mezzo secolo, nella preparazione degli insegnanti attraverso pratiche di aggiornamento e reti di dialogo attivo e sperimentale.

Ci mancherà Paola. Mancherà ai suoi studenti e alle sue studentesse, che ha voluto frequentare con seminari e lezioni anche oltre il pensionamento, in tutte le occasioni possibili. Mancherà agli insegnanti e alle insegnanti, che attraverso la sua presenza costante, a livello regionale e nazionale, hanno potuto immaginare una scuola più innovativa e democratica, più decentrata e più aperta al mondo. Mancherà a noi colleghe e colleghi, amiche e amici, quando ancora una volta la penseremo severa e materna, assorta nel pensiero e nella lettura, ma attenta e concentrata nel lavoro (“mi concentro meglio nello studio se intorno a me sento confusione, per questo sto bene in Istituto”, diceva), intransigente di fronte alla superficialità e alle semplificazioni, rigorosa e appassionata nell’insegnamento.

Grazie Paola e buon viaggio; continueremo a ricordarti, a leggerti, a studiarti; il tuo lavoro e la tua presenza rimarranno nelle nostre vite quotidiane di professionist* e di persone.

Gli antropologi e le antropologhe di Perugia

Vuoi iscriverti alla SIAC?
Contattaci